venerdì 24 febbraio 2017

REPORT ALUNNA 4CL - PROGETTO DIVERSITÀ CULTURALE UNESCO
Personalmente ritengo che la diversità culturale sia un'enorme ricchezza, in quanto è fonte di scambi, d'innovazione, di creatività e soprattutto di arricchimento personale.È per questo che va tutelata, assicurando la pace, la stabilità e lo sviluppo sostenibile. Abbiamo bisogno della diversità proprio per celebrare la nostra individualità.  Inoltre è molto importante la collaborazione dei cittadini che devono essere solidali, cooperativi e  responsabili. Solo così possiamo assicurare una società positiva per le generazioni presenti e future, garantendo un miglioramento della qualità della vita.
Aurora Castiello 

giovedì 23 febbraio 2017

SCUOLA DI QUALITÀ
 In una società  caratterizzata dalla democratizzazione della cultura, dalla continua e rapida realizzazione e diffusione di innovazioni scientifiche e tecnologiche, dalla globalizzazione dei mercati e dei processi di produzione, l'istruzione e la formazione assumono un ruolo sempre più rilevante, in quanto costituiscono non solo un fondamentale strumento di crescita umana, civile e culturale, ma anche un importante fattore di sviluppo sociale ed economico, di espansione delle opportunità produttive e delle potenzialità occupazionali, di orientamento e riorientamento delle politiche del lavoro.
Il nuovo ruolo dell'istruzione e della formazione richiede una Scuola di qualità, da realizzare attraverso la razionalizzazione e l'ottimizzazione di tutte le risorse disponibili, all'insegna di due fondamentali principi: quello della solidarietà e quello dell'eccellenza. È un'immagine nuova della Scuola con nuove prospettive:  una Scuola aperta,  inclusiva, che sappia valorizzare le eccellenze.
La Scuola deve favorire una formazione olistica dei discenti, attraverso percorsi mirati, innovativi e di qualità.  Deve curvarsi verso i loro bisogni, soddisfare le loro esigenze, sollecitarli, sensibilizzarli, renderli competenti,  capaci anche  di risolvere problemi e lavorare in autonomia.
Una Scuola, insomma, d'ispirazione e di respiro europeo, che al tempo stesso sia profondamente radicata nelle tradizioni e nelle realtà nazionali e locali, abbia un'identità riconoscibile e condivisa, pur nella molteplicità delle appartenenze e delle convinzioni culturali, ma senza negare, anzi esaltando, il valore delle diversità. Una scuola che, attraverso il sapere, il fare e l'agire formi i giovani come persone, faccia loro acquisire conoscenze e competenze adeguate e, nel contempo, li prepari all'inserimento nel mondo del lavoro. 

mercoledì 15 febbraio 2017

APPRENDIMENTO PERMANENTE - ZONA DI COMFORT
Zona di comfort o Zona di apprendimento?

La Zona di comfort è una condizione di stabilità, di  familiarità,  nella quale l'individuo agisce in uno stato per così dire neutro, con un numero   costante di prestazioni e con una situazione di rischio impercettibile.
La zona in cui  si muove è un territorio noto, dove non esistono dubbi, né paure, è un ciclo ripetitivo, di routine. È una situazione di chiusura, di stallo, di negazione dell' innovazione.
La persona che rimane   per un lungo periodo in questa zona ha paura di uscirne, di prendere rischi ,  di fronteggiare nuove situazioni, di mettersi in gioco, di sbagliare, di fallire.
In realtà uscire dalla Comfort zone è una maniera per aprirsi al nuovo ed entrare in una nuova zona, nella zona di apprendimento,  dove si allargano le conoscenze e le prospettive.
Solo le situazioni nuove portano a nuove risposte e nuove soluzioni. Abbandonare la zona di comfort significa dare l’occasione alla creatività e all'intelligenza di manifestarsi.
Superare i timori, aver voglia di mettersi in gioco, apprendere in maniera permanente,  sperimentare, creare:  sono queste le condizioni  che rendono il profilo  professionale interessante, dinamico ed efficiente.
Maria Giuseppina Rapuano

martedì 14 febbraio 2017

MOMENTO DIDATTICO 2CL
Quando studiamo una nuova Lingua, indossiamo una nuova veste. Mettiamo da parte la lingua d'origine, nel nostro caso, la lingua italiana, e assumiamo nuove sembianze, rendiamo nostri tutti i dettagli e le sfumature della nuova Lingua.
Oggi  abbiamo curato in particolare  la pronuncia del futuro, dove la maggiore difficoltà era rappresentata dalla presenza della  "e" muta in alcuni verbi.
L'approccio è stato significativo e l'allenamento  ha reso il discente abile nella nuova situazione.
Maria Giuseppina Rapuano 
Legame tra SCUOLA e REALTÀ
Intervista a una ex allieva del Guacci, Ester Gentile, che ha fatto un percorso di un certo spessore dopo gli studi liceali.
La sua ex professoressa Rapuano M. G. :
A partire dalla tua esperienza, puoi offrire ai destinatari del Blog il tuo contributo pratico in materia di innovazione?
In che cosa la Scuola  di ieri deve cambiare per rendere agevole il percorso dello studente, che vuole solcare mari e oceani, approdare  in un luogo magico e soddisfare la sua sete di esploratore e conquistatore?

Ester Gentile:  Allieva del liceo linguistico, ho deciso alla fine del mio percorso scolastico di mettere le conoscenze linguistiche al servizio della mediazione linguistica e culturale così mi sono iscritta alla Scuola superiore di lingue moderne per interpreti e traduttori di Forlì. Dopo un anno di Erasmus a Ginevra, ho deciso di proseguire lì la mia specializzazione in traduzione giuridico-istituzionale e ora, a cinque mesi dalla laurea, sono traduttrice e project manager. Un percorso certo non facile, ma che ha potuto contare su una buona base, quella appunto del liceo.
Certo che allora l’istruzione scolastica era ancora improntata secondo una tradizione classica e molto teorica, se confrontata alle iniziative attuali, quali alternanza scuola-lavoro. Cominciava però a farsi strada qualcosa di innovativo, cosa assolutamente necessaria per lo studio delle lingue. È chiaro che una lingua straniera non dà i suoi frutti se confinata allo studio della grammatica sui ridondanti libri di testo, la lingua deve essere messa in pratica in tutti i suoi aspetti: produzione e comprensione scritta e orale. Nei cinque anni di liceo, avevamo la possibilità di partire per una settimana all’estero, di ottenere certificazioni, avevamo anche sottoscritto un abbonamento a un giornale francese per leggere l’attualità della Francia. Sembra poco eppure dietro c’era un grande lavoro che ha dato i suoi frutti.
• L’esperienza dello stage. L’utilità dello stage è indubbia. Un ragazzo che si trova, seppur per una sola settimana, in un paese di lingua straniera ha veramente l’opportunità di mettersi in gioco dal punto di vista personale e linguistico. Personalmente ho sperimentato che, nonostante avessimo studiato a memoria liste di vocaboli in lingua straniera, è solo quando ci trovavamo nel concreto a dover chiedere alla famiglia straniera ospitante dove erano le forbici, le posate, le pentole, che il vocabolo in lingua straniera veniva associato all’oggetto della vita quotidiana e restava indelebile nel nostro cervello. L’apprendimento di una lista di vocaboli resta sterile e fine a se stesso se non può essere praticato in una situazione concreta di bisogno. Le regole grammaticali sono certo fondamentali, senza di esse non potrebbe essere auspicabile la produzione corretta di qualsiasi forma di comunicazione. E se un mezzo per metterle in pratica a livello scolastico sono le traduzioni di frasi dall’italiano verso la lingua straniera, l’esercizio è comunque relativo perché lo studente sa che tale esercizio è mirato all’applicazione della suddetta regola. Quando lo studente si trova invece a comunicare in una situazione quotidiana non ha il tempo materiale per passare in rassegna tutte le regole apprese, le applicherà via via in modo sempre più automatico. La regola grammaticale viene associata non più alla spiegazione dei libri di testo, ma a una frase costruita e ripetuta in una comunicazione autentica.
• Le certificazioni. La certificazione mira a sviluppare le quattro competenze linguistiche cui ho già accennato: produzione e comprensione scritta e orale. Personalmente ne ho tratto un gran beneficio, sia come “biglietto di visita” per l’università, perché possedere almeno un livello b2 attestato in una lingua straniera non è cosa da poco, sia perché la preparazione a queste certificazioni mi ha permesso anche di acquisire un linguaggio più formale, che mi ha certamente aiutato per comunicare per iscritto con i professori in un primo momento, nell’ambiente lavorativo (si pensi alla comunicazione con il cliente) poi.
• Una “full immersion” nella lingua e nella cultura straniera. Lingua e cultura vanno di pari passo e non potrei immaginare uno studio della lingua senza conoscere la cultura nella quale la lingua è nata e sotto le cui spinte si evolve. Oggi grazie ad Internet e alla tv satellitare, le possibilità di leggere giornali e di ascoltare telegiornali e programmi in lingua originale è molto più facile. La scuola deve adottare questo sistema, proponendo ad esempio l’ascolto di un programma per poi discuterne poi in classe. Certo non si può pretendere che lo studente comprenda tutto, ma già soltanto l’esposizione alla lingua parlata abitua lo studente all’intonazione e alla velocità di un parlante nativo. Inoltre l’esposizione alla lingua originale permette anche allo studente di conoscere la lingua di tutti i giorni, quella più familiare, quella in cui vestiti in tedesco non si dice “kleidung” ma “klamotten” o “cose” in francese è piuttosto “trucs” che “choses”.
Con questi tre esempi intendo dire che la scuola deve aiutare gli studenti a mettere in pratica in situazioni autentiche quanto appreso. Non voglio assolutamente negare l’approccio teorico che anzi è fondamentale. Spesso l’istruzione italiana viene criticata come troppo teorica e scarsa pratica, e questo soprattutto in ambito accademico. Sarà pure vero che manca la pratica, ma la teoria crea un solido sapere senza il quale la pratica è impossibile e gli italiani all’estero, i cosiddetti cervelli in fuga, si sono distinti proprio per le loro conoscenze, che poi hanno saputo tradurre nella pratica. La scuola dovrebbe lavorare proprio sul deficit della pratica. L’alternanza scuola lavoro mi sembra un’ottima iniziativa in questo senso: lo studente è posto in un contesto nuovo in cui diventa parte attiva del sapere.
Aggiungerei inoltre che oggi la scuola deve tenere il passo con l’evoluzione tecnologica, che accorcia le distanze e ci rende cittadini del mondo. Una maggiore sensibilizzazione verso questa apertura globale è altresì necessaria. Come attuare queste innovazioni resta poi a discrezione della scuola o del singolo professore, in funzione della disciplina, degli studenti e di altri fattori contestuali. Il lavoro è certo impegnativo perché equivale a rivoluzionare in parte i propri metodi, ma l’evoluzione è ormai alla base di tutto. Se la traduzione, per fare un esempio, non avesse accolto l’innovazione tecnologica, saremmo ancora a tradurre su fogli di carta con l’ausilio dei soli dizionari, mentre Internet oggi mette a disposizione software di traduzioni assistita, banche terminologiche e accesso a numerose risorse informatiche.
Oggi nel mercato del lavoro c’è tanta concorrenza e per distinguersi bisogna avere una marcia in più: la scuola può essere il trampolino di lancio, può essere quella marcia in più nella preparazione dello studente che sarà poi completata dall’università e dall’esperienza personale  e professionale.
Ester Gentile

lunedì 13 febbraio 2017


PROGETTO L'ACTUALITÉ SUR NOTRE FORUM
PRODOTTO MULTIMEDIALE

 L'ÉCOLE
- Intégration
- Harcèlement
- Uniforme à l’école
- Devoirs à la maison et notes

L’école est un établissement où l’on accueille des individus appelés, en général, “écoliers” afin que des professeurs leur dispensent un enseignement de façon collective, mais l’école est avant tout "l’environnement de l’enfant", parce qu’il doit y passer la plupart de son temps.
On ne peut pas dire que la vie scolaire de tous les élèves est simple, car il y a des difficultés avec lesquelles on doit apprendre à cohabiter. Dans beaucoup de classes il y a, par exemple, des cas d’immigration, d’handicap ou des personnes défavorisées en quelque  façon; malheureusement ces gens sont étiquetés comme “différents” à cause de leurs malaises physiques ou mentales, ou aussi de leurs origines. La chose la plus grave est que, plusieurs fois, on utilise la violence physique et verbale comme une méthode de discrimination. Ce phénomène, appelé harcèlement, est largement développé parmi les élèves d’aujourd’hui, parce qu’il est devenu presque une façon de se sentir supérieur aux autres et non seulement dans l’école; en fait souvent il faut l’intervention de la police à mettre fin aux cas de "persécution."
Dans le milieu scolaire sont nombreux les points de discussion diffusés: l’utilisation d’une uniforme, par exemple, qui peut donner à l’école des avantages comme la création d’un sentiment d’appartenance, le développement d’un esprit d’équipe, la diminution de la violence, une image de l’établissement plus claire et l’amélioration de la gestion du code vestimentaire, semble, au contraire, un problème pour les élèves. Beaucoup de jeunes s’expriment par leurs vêtements et par une uniforme, on dirait que l’école veut contrôler les élèves qui, pour cette raison, trouvent inutile l’initiative.
Les devoirs à la maison est une autre problématique récente. Faut-il donner les devoirs aux élèves? Si d' un côté  les parents se plaignent de la contrainte des devoirs, qui aboutissent à des drames familiaux, de l'autre côté ils en réclament quand l'enseignant n'en donne pas ou  pas suffisamment. En somme la pression des parents est bien forte.
Certains mettent une pression excessive même sur leurs enfants. “Quelle note tu as eu?” est la première question des parents après l'école. L’élève est assimilé à ses notes et les problèmes scolaires deviennent, dans la famille, le seul sujet de conversation. Cette situation crée une tension continuelle, donc, l’école et la famille devraient rester deux domaines différents dans beaucoup de cas, même s'il faut la juste collaboration des deux pour bien former les jeunes.

domenica 12 febbraio 2017

REPORT DISCENTE PROGETTO UNESCO -  BUONA SCUOLA
La società  odierna richiede al singolo requisiti del tutto nuovi, che gli siano d'aiuto per farsi spazio in una società in cui vige l'evoluzione e l'innovazione; ma come si fa a non restare indietro?
L'innovazione parte dalla scuola, che cerca di offrire ai suoi studenti  del ventunesimo secolo un apprendimento originale e nuovo, non ancorato al libro e agli schemi, ma finalizzato a mettere a disposizione della comunità le proprie competenze, conoscenze e abilità, affinché siano fruibili  a  tutti e che rendano lo studente di oggi il futuro cittadino "globale" del domani.
Nuove metodologie hanno contribuito a rendere la didattica più funzionale a questi obiettivi. Il blended learning, per esempio, é una modalità di erogazione della didattica che prevede l'affiancamento di una piattaforma tecnologica alla didattica tradizionale in presenza. L'obiettivo è di favorire il passaggio di materiale didattico in formato digitale aperto dai docenti agli studenti e di instaurare tra gli stessi delle forme telematiche di comunicazione e ricevimento.
Noi alunni del liceo linguistico abbiamo avuto modo di conoscere e di sperimentare questa metodologia, grazie al progetto in cui siamo stati impegnati "La  préservation de la diversité culturelle", ideato dalla nostra professoressa di francese e sviluppato passo passo da noi studenti.
Abbiamo avuto una guida che ci ha indirizzati sul 'modus operandi' per arrivare all'obiettivo desiderato.
Per la prima volta abbiamo sviluppato e messo in pratica il lavoro cooperativo  e la sperimentazione a classi aperte: ogni classe realizzava i propri prodotti che venivano scelti dopo un lavoro di correzione, di analisi e di confronto tra gli elaborati.
Nel progetto abbiamo toccato tematiche e argomenti unescani, abbiamo 'pensato in grande' e siamo stati soddisfatti nel vedere tutti i nostri sforzi concretizzarsi in un prodotto finale, dai contenuti più che validi a livello globale.
Non é finita qui: l'ultimo traguardo è arrivato solo qualche giorno fa quando ci è stata data la notizia che la nostra comunità scolastica è stata inserita nella rete delle scuole associate all'Unesco.
Il nostro istituto ha realizzato un progetto perfettamente rispondente alle linee guida dell'Unesco:Non è questa la vera "buona scuola"?
Alunna 4CL

giovedì 9 febbraio 2017

SVILUPPARE UNA VISIONE GLOBALE

MOMENTO DIDATTICO
ALUNNA 2CL
La professoressa  di Madrelingua mi ha chiesto di formulare una frase con depuis.
Ho proposto la seguente:
J'étudie la langue française depuis trois ans.
Avevo già la conoscenza della coniugazione del verbo étudier e dell'uso di depuis.
Concentrata sull'uso e l'applicazione di depuis, ho sottovalutato la corretta pronuncia del verbo
étudier.

INTERVENTO DIDATTICO
La Professoressa Rapuano ha fatto un'osservazione:

Non bisogna concentrarsi soltanto su una particella specifica di una situazione comunicativa, ma avere una visione globale della stessa, onde evitare gli errori.

mercoledì 8 febbraio 2017

http://www.liceoguaccibn.gov.it
Qualifica  di Scuola associata all'Unesco - Membro della rete nazionale Aspnet UNESCO

La nostra Istituzione è stata inserita nella  lista delle Scuole italiane  associate all'Unesco per l'anno scolastico 2016/17 e si fregia del logo, a seguito dell'approvazione del progetto programmato a vocazione internazionale e su una delle principali tematiche unescane:              
"La préservation de la diversité culturelle contre le processus d'uniformisation et standardisation".
Maria Giuseppina Rapuano 
CODING E ALGORITMO

Elaboriamo l'Algoritmo per risolvere il nostro problema e per portare a termine il nostro compito.
Ricordiamo che L' Algoritmo è un processo mentale fatto di passi per risolvere un problema. Quindi andiamo  a fornire all'esecutore le Istruzioni necessarie per portare a termine il compito.

PROCEDIMENTO PER LA FORMAZIONE DELL'IMPERFETTO IN FRANCESE
ISTRUZIONI

1) Prendiamo in analisi la prima persona plurale del presente indicativo (Primo Passo)
2) Eliminiamo la desinenza della voce verbale (Secondo Passo)
3) Alla radice restante aggiungiamo le desinenze dell'imperfetto ( Terzo Passo) che sono:
-ais
-ais
-ait
-ions
-iez
-aient
Il discente   possiede le istruzioni necessarie per continuare a lavorare autonomamente e in situazioni simili e si abitua a ragionare in maniera sistemica, sviluppando il pensiero logico.
Acquisita la conoscenza, i discenti diventano operativi, eseguono i passi e acquisiscono una nuova competenza.
CLASSE 2CL

mercoledì 1 febbraio 2017

SCUOLA APERTA INCLUSIVA INNOVATIVA  MIUR
PROGETTO: La Préservation de la diversité culturelle
Il progetto è  nato per offrire alla docente neoassunta,  della quale sono stata tutor, una visione  di una  scuola innovativa e digitale, aderente  ai nuovi orientamenti,  che salvaguardasse, nel contempo,  la valenza  della didattica  tradizionale.
È stata creata una classe virtuale su fb, dove gli alunni hanno potuto interagire  e pubblicare I propri lavori e le proprie  riflessioni  in  tempo  reale.
 La posta elettronica è stata utilizzata per l'invio e la correzione dei vari prodotti.
 È stato sperimentato il lavoro cooperativo, intriso di idee, di  risorse, di  fiducia reciproca e di processi evolutivi.
Il percorso formativo è  stato pubblicato anche sulla piattaforma Eli edizioni web cloud.
OPERATIVITÀ

Documentare un momento educativo - didattico

- Nell'operatività spesso incontriamo dei blocchi, per cui dobbiamo analizzare, semplificare, risolvere il problema, eseguire dei passi indispensabili per completare il nostro lavoro.


- Quando si sviluppa un questionario libero, creativo bisogna immaginare di avere un interlocutore (dei destinatari) a cui sono rivolti i quesiti.Pertanto essi devono essere stilati nella migliore forma per essere comprensibili, diretti e lineari. (Una lettura e ricezione immediata del quesito).
Le maggiori difficoltà si incontrano tra il pensiero e l'operatività, è importante rendere concreta la propria idea.